Il 26 gennaio la Calabria e l’Emilia Romagna torneranno al voto per le elezioni regionali. Due competizioni elettorali, quelle che sceglieranno il prossimo governatore calabrese ed emiliano, che hanno una valenza anche nazionale.
Un eventuale successo della coalizione di centrodestra in entrambi gli appuntamenti elettorali, infatti, potrebbe far traballare seriamente l’attuale governo PD/5 Stelle/Italia Viva/LeU.
Al di là, però, dei discorsi sugli scenari nazionali è importante analizzare e comprendere il contesto politico calabrese a circa due mesi dalle elezioni. Quello che sta accadendo in tutti gli schieramenti politici, infatti, rischia di rompere profondamente una fiducia tra i cittadini e gli attori politici già ai minimi storici, corrodendo al contempo le istituzioni democratiche.
Cosa succede al PD calabrese?
Sembra incredibile ma al momento, se escludiamo le candidature civiche ed indipendenti di Carlo Tansi e Giuseppe Nucera, nessuno dei principali partiti ha scelto il proprio candidato governatore.
Il centrosinistra, e il Partito Democratico nello specifico, vive al proprio interno una faida sanguinosa che dura ormai da mesi. La linea politica dettata dalla segreteria Zingaretti e portata avanti dal commissario Graziano, è chiara: chiudere la strada alla ricandidatura del presidente uscente, Mario Oliverio, e scegliere una figura civica (un imprenditore o un magistrato?) che possa attrarre anche gli elettori del Movimento 5 Stelle.
Questa decisione ha scatenato una vera e propria bagarre interna tra gli “oliveriani di ferro”, che spingono per le primarie, e chi invece, all’interno del Partito Democratico, ritiene che l’esperienza Oliverio sia da superare, anche a causa dagli scandali giudiziari che hanno colpito l’ex presidente della Provincia di Cosenza.
In questi mesi, all’interno del fronte di centro sinistra, abbiamo visto davvero di tutto: circoli PD che presentano proprie candidature contro le direttive del partito, nomi di aspiranti candidati alla carica di governatore “bruciati” in pochissime ore, la difficoltà, da parte della segreteria di nazionale, di trovare un nome condiviso e ovviamente non potevano mancare gli aspri confronti via social tra esponenti dello stesso partito.
Se Atene piange, Sparta non ride: la situazione nel Movimento 5 Stelle e nel centrodestra
Se il centrosinistra calabrese, però, ha enormi problemi, non si può dire che i due principali contendenti, ovvero il centrodestra e il Movimento 5 Stelle, stiano molto meglio. I pentastellati, dopo aver escluso (al momento) un’alleanza con il PD, decideranno oggi sulla piattaforma Rousseau se presentare o meno la propria lista alle Regionali, nonostante le forti rimostranze di tanti attivisti e soprattutto di alcuni parlamentari grillini. Qualora dovessero orientarsi verso il sì, il candidato scelto sembra essere il professore dell’Unical Francesco Aiello.
Nel centrodestra, invece, la situazione è per certi aspetti simile a quella del centro sinistra, con un candidato proposto da Forza Italia, Mario Occhiuto, che ha ricevuto il veto da parte di Matteo Salvini e della Lega. Anche in questo caso non si riesce ad uscire dall’impasse, con parole al veleno da una parte e dall’altra, nessuna idea per la Calabria e la possibilità, neanche troppo lontana, di vedere Forza Italia e la Lega – insieme a Fratelli d’Italia – correre separatamente.
Politica/Cittadini: un rapporto di fiducia irrecuperabile?
È chiaro che una situazione di questo tipo, dove sembrano prevalere gli interessi di natura personale, non fa che aumentare la disaffezione dei cittadini verso la politica e la sfiducia verso le istituzioni democratiche. Il rischio concretissimo è di avere alle prossime elezioni regionali un tasso di astensione record e di compromettere in maniera definitiva il livello di legittimazione dei nostri governanti. Il teatrino di questi mesi è, del resto, solo l’ultima puntata di una saga, quella che vede come protagonista la politica calabrese, che ha avuto come costante scandali giudiziari, litigi interni e malgoverno.
La Calabria presenta delle problematiche di natura strutturale che imporrebbero un’agenda politica dettagliata, pensata e non – come è probabile che sia invece – improvvisata. E, non per ultimo, avrebbe bisogno di personaggi politici credibili, non certo dei clamorosi e sconcertanti “cambi di casacca” visti negli ultimi mesi.
Per questo abbiamo deciso di scrivere questo post fornendo tre consigli ai politici e ai futuri candidati, sia alla carica di governatore che di consigliere, per provare a recuperare la fiducia dei calabresi, restituendo così dignità a questa consultazione elettorale.
3 consigli per recuperare la fiducia degli elettori
1. Non seguire i venti della polemica
Se sei un politico calabrese attivo sul territorio, sicuramente la tua “Home” di Facebook sarà invasa da post, meme e commenti al vetriolo sulla situazione politica locale. Il nostro consiglio, in questo caso, è di partecipare alla discussione interna al partito (possibilmente nei circoli locali e non sui social), ma di farlo solo con spirito costruttivo e conciliante.
Esprimi, se è necessario, la tua opinione anche in maniera netta e decisa, ma non utilizzare toni polemici né tanto meno cadere nelle provocazioni che in tanti stanno lanciando sul web. Questo tipo di discussione non fa altro che alimentare il sentiment anti-politica e l’idea di una classe dirigente lontana dalla vita reale e dalle esigenze delle persone.
2. Parla solo della tua idea di Calabria
Sfido chiunque ad elencare cinque (numero forfettario ed esemplificativo) proposte sulla Calabria emerse in questi mesi di avvicinamento alle elezioni regionali. Uno dei problemi principali della politica calabrese negli ultimi anni è stato proprio l’assenza di una visione e di una programmazione di medio-lungo periodo.
Se l’Italia è il paese delle emergenze, la Calabria ne è la migliore incarnazione. Sanità, ambiente, lavoro, turismo sono temi essenziali per il futuro del nostro territorio, questioni, però, che, per essere affrontate, hanno bisogno di progetti ad ampio respiro.
Condividi allora le tue proposte sui temi chiave della campagna elettorale attraverso incontri con le parti sociali, le associazioni, le imprese e i professionisti calabresi, perché solo coinvolgendo chi vive davvero i problemi della tua terra potrai portare avanti un’idea di Calabria credibile e realizzabile.
3. Aggrega, non dividere
La Calabria è la regione dei particolarismi. Lo è perché spesso, com’è noto, viene anteposto l’interesse individuale a quello collettivo, ma anche perché paga a caro prezzo una conformazione geografica estremamente frammentata che rende difficile la creazione di una forte identità regionale e rafforza, al contrario, localismi, campanilismi e invidie di natura territoriale.
In un contesto di questo tipo un candidato deve essere capace di aggregare, fare squadra, coinvolgere il territorio. La Calabria non ha bisogno di una contesa ancora più polarizzata, ma di un patto civico tra società e istituzioni e di un’alleanza tra i territori in grado di generare una visione comune di futuro.