Questa notte Mark Zuckerberg ha tirato fuori il troll che c’è in lui, postando un tweet rivolto a Elon Musk. Il motivo della “trollata” è facilmente intuibile. Proprio oggi Meta ha lanciato in oltre 100 paesi (non in Europa, ci arriverò dopo) Threads, la nuova app che ambisce a mandare in soffitta Twitter e il cervellotico progetto di Musk, che negli ultimi mesi, tra account premium e limiti fantasiosi, ha scatenato un’ondata di malcontento su scala planetaria.

In pochissime ore Threads ha già superato i dieci milioni di utenti sfruttando una delle sue funzioni principali, ovvero la possibilità di importare i propri followers, i propri following e il proprio nome utente direttamente da Instagram. L’idea di Zuckerberg, Mosseri e tutto il team di Meta è rendere Threads la versione testuale di Instagram. Una carta che, alla fine, potrebbe rivelarsi vincente.
Secondo Social Media Today, ad esempio, che ha avuto l’opportunità di testare l’app, Threads sarebbe al momento la minaccia più grande che Twitter abbia mai dovuto affrontare. Anche il famoso consulente in materia di social media, Matt Navarra, si è espresso in maniera entusiasta sulla user experience di Threads, paventando un futuro cupo per Musk.
Ma perché Threads può spaventare davvero Twitter?
La fine di Twitter?
Nei mesi successivi alla pirotecnica acquisizione di Twitter da parte di Elon Musk si sono moltiplicate le piattaforme che hanno provato a sostituirsi al colosso social. Mastodon, ad esempio, ha avuto un discreto successo grazie ai suoi server con architettura decentralizzata (non vengono raccolti i dati delle persone) e oggi può contare su quasi 2 milioni di utenti.
Anche il padre fondatore di Twitter, Jack Dorsey, ha cercato di riportare alle origini la sua creatura lanciando il social Blue Sky. Per potersi iscrivere a Blue Sky, però, è obbligatorio avere un invito (ve lo ricordate Clubhouse?), un elemento che da un lato contribuisce ad aumentare il senso di comunità della piattaforma, ma dall’altro ne limita la diffusione.
Threads arriva con un potenziale di gran lunga superiore rispetto ai due progetti di cui sopra. Sarebbe anche superfluo spiegare il perché. Meta possiede una quantità enorme di dati sui comportamenti, le esigenze e le preferenze degli utenti, che le consentono di perfezionare l’algoritmo e renderlo veramente competitivo con quello di Twitter.
La possibilità poi di attingere all’enorme bacino di tre miliardi di utenti di Instagram dà una forza notevole all’intero progetto, rendendolo potenzialmente dirompente per il futuro dei social e di Twitter in particolare.
Il tempismo del lancio, poi, è semplicemente perfetto. Proprio lo scorso fine settimana Twitter è stato vittima di una serie di bug e attacchi che hanno mandato in down l’app e portato Musk a prendere una decisione estrema: porre un limite di lettura di 600 tweet al giorno per tutti gli account free. Da qui la reazione sdegnata di milioni di utenti, soprattutto giornalisti che usano Twitter per informare e informarsi, che hanno deciso di migrare verso altre piattaforme come Mastodon, Blue Sky e Threads.
Adesso non resta che attendere la risposta di Musk, oltre che capire quali siano le reali intenzioni di tutto il team di Meta. Vogliono davvero investire tempo, risorse e reputazione su un altro social? Threads non rischia di diventare un concorrente domestico del già malandato Facebook?
Ma come funziona questo Threads?
C’era grande curiosità per scoprire quali fosse l’interfaccia e soprattutto l’usabilità di Threads. Vediamo insieme alcune funzioni che lo rendono, come lascia intendere il meme di Zuckerberg, molto simile a Twitter, nella sua versione migliore:
- I “threads” possono avere una lunghezza massima di 500 caratteri (quasi il doppio dei 280 caratteri disponibili per gli utenti free di Twitter);
- Ogni post può contenere link, immagini e video con una durata massima di 5 minuti;
- Si possono importare tutti i contatti di Instagram o seguire account diversi rispetto a IG.
- La timeline di Threads contiene sia post di persone che hai scelto di seguire che altri post raccomandati dall’algoritmo;
- Come avviene per Twitter si può mettere like, condividere o commentare ogni thread.
- Disponibile la modalità scura;
- Si può scegliere di silenziare determinate parole e ricevere menzioni solo dalle persone che segui;
- Al momento non ci sono gli hashtag.

Come si può intuire dando una prima occhiata alla piattaforma, le similitudini con Twitter sono impressionanti sia nelle funzioni che nell’interfaccia. Come ha annunciato però il capo di Instagram, Adam Mosseri, a breve ci sarà una grande novità che differenzierà Thread da Twitter: verrà implementato il cosiddetto protocollo decentralizzato che consentirà a tutti gli utenti che lo vorranno di non essere tracciati.
Nello specifico, tutti quelli che usano il protocollo ActivityPub, come gli utenti di Mastodon, avranno uno username su Threads che sarà valido anche sulle altre piattaforme aperte e decentralizzate. Detto in altri termini, le community di Mastodon e similari potranno dialogare anche su Threads senza cedere i propri dati a terze parti.
Un’ottima notizia per chi non sopporta la presenza invadente e invasiva di ads e contenuti personalizzati.
Perché Threads non è disponibile in Italia e in Europa
Come detto in precedenza, Threads è disponibile in oltre 100 paesi come Stati Uniti e Regno Unito, ma non in Europa. Il motivo? Le modalità di gestione e condivisione dei dati che, al momento, non rispettano le leggi europee in materia di privacy e protezione delle informazioni sensibili.
Nel passaggio da Instagram a Threads, infatti, verrebbero importanti anche dati relativi alla cronologia, i pagamenti, le posizioni ed altre informazioni di natura personale. Come ha dimostrato il caso Chat-GPT, la normativa comunitaria è molto rigida su questi temi, dunque tutte le aziende tech che vogliono lanciare nuovi prodotti che raccolgono dati degli utenti hanno bisogno di più tempo per entrare sul mercato europeo.
Probabilmente anche Meta si adeguerà a breve, dando così a tutti la possibilità di avere un’alternativa a Twitter, sperando si avvicini alla versione utile, interessante e a tratti esilarante dei suoi albori.